Telecom Italia, per una società troppo indebitata non conta la crescita ma il deleverage
- 11 Marzo 2024
- 08:32
Telecom Italia, di cui abbiamo parlato nell’analisi sullo spin-off della rete, ha presentato lo scorso giovedì il suo piano triennale 2024-26 nel Capital Markets Day con gli investitori. Nella giornata vi sono stati numerosi elementi positivi, tranne uno – cruciale – sul debito futuro più alto del previsto, che ha fatto collassare il titolo del 25%.
Tra le notizie positive vi sono sicuramente la conferma che lo spin-off di NetCo avverrà entro l’estate (colpi di tribunale da parte di Vivendi permettendo). E vale la pena ribadire che la realizzazione della separazione della rete è l’unico elemento alla base di una eventuale tesi di investimento su Telecom Italia, che altrimenti rimarrebbe una società estremamente indebitata e stritolata in un mercato fatto di investimenti crescenti (nelle frequenze e nelle commissioni sempre più veloci) e fatturato in declino (per l’eccessiva concorrenza).
Altri elementi positivi riguardano la crescita attesa dei ricavi (del 3% annuo fino al 2026), dell’Ebitda dell’8% e dei flussi di cassa operativi (Ebitda-Capex attesi raddoppiare entro il 2026). Tutti elementi ampiamente sopra le attese del consensus che però non sono bastati a spingere il titolo al rialzo. Anche perché, come da grafico sotto, Telecom Italia non ha praticamente mai registrato una crescita a questi tassi dei propri margini e con la situazione debitoria e di forte concorrenza in Italia, diventano obiettivi difficilmente credibili per gli investitori.
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