ETF
Analisi mensile di tutte le caratteristiche tecniche di ETF (o di altri prodotti similari) che potrebbero beneficiare del contesto economico del periodo.
L’ETF giusto per la ripartenza delle “small cap”
Le società di piccola e media dimensione tendono generalmente ad essere più volatili e a soffrire maggiormente in Borsa in contesti di mercati non lineari, in quanto hanno meno risorse e minore diversificazione per reggere le difficoltà macroeconomiche all’orizzonte. Considerando che il 40% delle società del Russell 2000, l’indice che comprende le 2000 società americane più piccole per capitalizzazione, è in perdita, non è un caso che con tassi di interesse elevati e un ciclo economico altalenante, le società di questo indice abbiano sofferto sempre più. Così i loro prezzi sono arrivati ad uno sconto di ca. il 30% (in termini di multiplo P/E NTM) rispetto a quelli delle società di grande dimensione (rappresentati ad es. dall’indice Russell 1000), come mostrato nel grafico.
In questo periodo stiamo assistendo a momenti di forte tensione a livello geopolitico, scaturiti soprattutto dai contrasti in Medio Oriente che potrebbero rischiare di detonare e ripercuotersi negativamente su tutti i mercati finanziari. Eppure, nonostante l’aumento di tali tensioni, non tutti i beni rifugio si sono apprezzati. Se, da un lato, l’oro è volato alle stelle, i Treasury americani hanno perso valore, sul nuovo aumento dei rendimenti causati da dati macroeconomici ancora molto forti. E verosimilmente i rendimenti potrebbero ancora salire e tendere verso il 5% (almeno temporaneamente), con un inevitabile beneficio sull’apprezzamento del Dollaro.
L’ETF che unisce crescita e valore
Il 2023 è stato un anno un po’ più complicato per le società “value”, ovvero quei titoli che si caratterizzano per tassi di crescita più bassi ma che generalmente scambiano a sconto rispetto ai multipli medi di mercato. Se il Russell 2000 Growth ha prodotto un rendimento del 19% nel 2023, il Russell 2000 Value ha generato “solo” il +12%. Peccato che il grosso della performance di quest’ultimo sia stata generata a partire da fine ottobre, quando il calo dei rendimenti e soprattutto la svolta benevola della Fed (circa il prossimo taglio dei tassi) ha portato l’indice “value” a generare praticamente lo stesso rendimento dell’indice “growth” (+17% il value negli ultimi 3 mesi, vs. +18% del “growth”).
L’ETF per il nuovo rimbalzo dell’uranio
Sembra che dopo tanto discutere a livello politico, finalmente i leader di tutto il mondo si siano trovati concordi sul fatto che la transizione energetica debba passare, almeno in parte, dallo sviluppo del nucleare. E infatti nelle ultime settimane da USA a Corea del Sud, dalla Francia alla Cina, molti capi di governo hanno evidenziato la necessità di aumentare gli investimenti in nuove centrali nucleari da un lato e di allungare la vita utile delle centrali già esistenti dall’altro (dagli attuali 40 anni, fino a 60 anni o addirittura 80 anni nel caso degli Stati Uniti).
L’ETF per il “soft landing”
In questo momento i mercati sono orientati sempre più verso una narrativa di “soft landing” per l’economia USA, con la più grande economia al mondo che potrebbe evitare la recessione e continuare a crescere, nonostante i rischi di nuove fiammate rialziste dell’inflazione.
L’ETF per puntare sul rimbalzo del litio e batterie
Il 2023 non è iniziato nel migliore dei modi per il litio. Da un lato l’esplosione del numero di nuovi progetti di produzione sul lato dell’offerta e dall’altro il rallentamento del mercato degli EV cinesi (per l’eliminazione dei sussidi) sul lato della domanda, hanno portato i prezzi ad una brusca correzione. Tuttavia il mercato degli EV e delle batterie, principale driver della domanda di litio, che quest’anno aumenterà del...
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