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La famosa società cinese produttrice di veicoli elettrici (tra cui SUV, cross-over e sedan) ha avuto un andamento altalenante in Borsa quest’anno: dopo un picco arrivato al +53% YTD ad agosto, sulle attese di una politica della Fed in progressivo rallentamento (a beneficio di società in perdita come NIO), la musica è decisamente cambiata nei mesi successivi sui dati di inflazione più alti del previsto (cosa che ha provocato un -53% tra agosto e novembre e che ha portato la performance da inizio anno ad un -27% complessivo).
Al di là dei tassi della Fed, che rimangono il driver principale di performance del titolo sui mercati, come testimoniato dal grafico che mostra la correlazione inversa tra il differenziale tra rendimenti dei Treasury decennale e biennale e titolo della società, NIO soffre di altre criticità specifiche. NIO è concentrata al mercato cinese, in cui il rallentamento della domanda legata ai rischi di deflazione e la guerra di prezzo tra le società del settore, rischia di zavorrare fortemente le performance di settore.
Infatti, tra problemi demografici, guerre commerciali con gli USA, crollo del mercato immobiliare e debito pubblico elevato, la Cina sta soffrendo molto nella ripartenza economica, con consumi stagnanti e un’inflazione che deprime i consumi (l’IMF ha ridotto i target di crescita del PIL dal +5% a +4.5% nel 2024).
Gran parte della ricchezza dei cinesi è rappresentata dagli immobili di proprietà. Con lo scoppio della crisi del settore, il sentiment dei consumatori è crollato e questo si è riflesso in un forte rallentamento nelle consegne di EV di NIO, come evidente dal grafico.
La buona notizia però è che la fiducia sta tornando pian piano a rimbalzare e questo si è riflesso in un balzo poderoso delle ultime consegne della società (+75%, anno su anno, dopo il -6% del 2Q-23, anche grazie al lancio del nuovo SUV EC6), cosa che suggerirebbe un altro exploit nel 4Q-23, trimestre stagionalmente più forte per la società.
La cosa invece che non piace per il nulla è il calo dei margini di vendita: se Li Auto e BYD hanno mantenuto un Gross Margin sostanzialmente stabile (se non migliorato), quello di Xpeng e NIO è paurosamente basso e in declino.
Cioè implica che per ogni veicolo venduto, NIO oggi perde ¥250k (ca. $36k), situazione completamente insostenibile. Questo è peraltro confermato dalle nostre stime di prezzo medio di vendita dei veicoli della società, che nel 2023 è letteralmente crollato (stando all’ultimo taglio dei prezzi di vendita di ca. il 10%, il prezzo medio di un SUV premium NIO dovrebbe essere oggi di ca. $40k).
In base a queste nostre stime, riteniamo che il fatturato della società alla trimestrale in presentazione il prossimo 4 dicembre non supererà i ¥18mld, mentre il consensus degli analisti ne prevede ¥19,4mld, cosa che dovrebbe ancora zavorrare il prezzo dell’azione.
A ciò va aggiunta la preoccupante situazione di liquidità finanziaria: in base all’ultima trimestrale, la società è riuscita a bruciare $1mld in un semestre e si ritrova attualmente con meno di $2mld di cassa a bilancio, a fronte di $1mld di passività finanziarie in scadenza entro 12 mesi e oltre $1mld di FCF negativo atteso nei prossimi 12 mesi. Questo implica con ragionevole certezza che la società dovrà ricorrere ad un nuovo aumento di capitale (o a un salvataggio statale, come successo nel 2019) per evitare una nuova crisi finanziaria.
Questo rende il titolo NIO assolutamente un titolo da “short” in questo momento. Al di là del fatto che la Fed abbia raggiunto il suo picco nel rialzo dei tassi, andrà molto peggio prima di andar meglio per il titolo.
Nonostante una crescita sostenuta a livello di consegne di nuovi veicoli, la politica monetaria della Fed non ha fatto bene a NIO (-65% YTD), uno dei “pure-player” nel settore dei veicoli elettrici, in particolare in Cina (mercato geografico piú grande del settore).
Eppure nell’ultimo mese, il titolo si è caratterizzato per un modesto rimbalzo (+16%), favorito soprattutto dal rilassamento delle restrizioni anti-covid19 cinesi. Ammesso che si creda alla reale riapertura cinese (che piú volte ha mostrato segnali di allentamento per poi fare marcia indietro), questo vuol dire tanto per una societá come NIO che finora è riuscita praticamente a raddoppiare le consegne di veicoli ogni anno (ca. 2k veicoli al mese nel 2019, ca. 4k nel 2020, quasi 8k nel 2021). Il 2022 è stato l’anno delle difficoltá legate ai lockdown e al conseguente rallentamento del mercati cinese, con la societá che è riuscita a consegnare appena 9k veicoli al mese in media nei primi 9 mesi dell’anno.
Adesso la societá prevede di consegnare ca. 15k al mese nell’ultimo trimestre 2022, una grande accelerata che lascia ben sperare sulla ripartenza locale del settore. A questo dovrebbero aggiungersi i benefici dell’espansione in Europa e il miglioramento dei colli di bottiglia sulle forniture atteso il prossimo anno.
Ciononostante, giova segnalare due incertezze all’orizzonte: 1) il mercato degli EV, per quanto in crescita, rimane un settore discrezionale e l’arrivo di una recessione potrebbe impattarne la traiettoria di crescita (in questo senso, gli sconti offerti da Tesla nell’ultimo mese sono un campanello di allarme); anche se il modello di auto in affitto “NIO Subscritpion” potrebbe permettere di soffrire meno la contingenza di mercato. 2) NIO rimane un “buco nero” sul piano finanziario, con ca. $7mld di fatturato atteso nel 2022 a fronte di una Perdita Netta nell’intorno di ca. $1mld e un FCF che continuerá ad essere negativo almeno per i prossimi 2 anni, cosa che in tempi di tassi elevati ne comprimerá gli upside.
Fortuntamente, con ca. $6mld di cassa a bilancio, la societá puó continuare ad operare indisturbata senza dover tornare sul mercato a chiedere agli azionisti nuove risorse, con i timori di doversi diluire. Insomma, NIO rimane una scommessa spendibile per il prossimo futuro, ma da prendere a piccole dosi.
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