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Reply è una società di servizi digitali (tra cui consulenza, integrazione di sistemi, implementazione siti web ecc) nata nel 1996 a Torino. La società è cresciuta molto nel tempo con un business model tipo “network” ovvero, acquisendo dozzine di società (ad oggi il gruppo controlla ca. 150 entità) nel tempo operanti in svariati settori affini al core business di Reply (big data, cloud, social media, IoT).
Il gruppo ha raggiunto ad oggi quasi €2mld di ricavi, con ca. 14mila dipendenti e ca. 22 tipologie di servizi offerti (tra le varie società possedute). Come osserviamo, la maggior parte dei ricavi è attribuibile al segmento Technologies (62%), ovvero, l’ottimizzazione e l’identificazione di soluzioni software ad hoc per i clienti.
Il gruppo negli anni è cresciuto stabilmente, guidato dalla necessità delle società clienti di digitalizzarsi sempre più e di razionalizzare i propri processi. Ed è davvero apprezzabile quanto la crescita sia avvenuta quasi senza alcun tipo di impatto da pandemie o recessioni. Minore costanza si è riscontrata nei margini, che dal 2022 in avanti hanno cominciato a soffrire il crescente peso del costo del personale, che la società non ha ribaltato pienamente ai clienti finali.
A questo proposito, la società potrebbe ancora assistere ad un’ultima fiammata di incrementi salariali, con la contrattazione collettiva attualmente in corso (relativa al contratto dei metalmeccanici, con il quale la maggior parte dei consulenti Reply è assunta) che dovrebbe beneficiare di un aumento importante nel 2024, cosa che potrebbe ancora zavorrare i margini societari.
D’altro canto però, lo sviluppo di soluzioni basate sull’IA, dovrebbe permettere alla società di razionalizzare le proprie operazioni, risparmiando sull’utilizzo del personale, visto che quello di Reply è un business altamente “labour intensive”. Si spiega in questo senso l’aumento degli investimenti in IA annunciato dal Gruppo negli ultimi mesi (ca. 5% del fatturato verrà dedicato alla Ricerca in questo senso, dal 2% dedicato in passato a progetti di R&S generica).
Eppure l’ondata dell’IA non ha dato la spinta attesa alla società, che nel 2023 si è caratterizzata per un trend tutto sommato negativo (-20% nei primi 9 mesi), salvata dagli ultimi 3 mesi di forte rimbalzo sulla riduzione dei tassi delle Banche Centrali (cosa che ha portato il titolo a chiudere a +12% il 2023). Il 2024 è iniziato con lo stesso slancio di fine 2023, con un rialzo del +10% YTD.
Questo evidenzia la forte dipendenza di Reply dalla politica monetaria, che per quanto giunta molto vicina alla fine della stretta, verosimilmente potrebbe vivere ancora di qualche fase di aggressività. Per questo motivo riteniamo il titolo un buon investimento per il 2024, soprattutto per la seconda parte dell’anno. Come è evidente dal grafico sotto infatti, il settore IT Consulting è sceso molto nelle valutazioni a seguito della politica di Fed e BCE ed è atteso recuperare man mano che la situazione si normalizzerà, soprattutto in virtù del fatto che i tassi di crescita nel settore sono ancora forti.
Al di là di questo, la società rimane comunque estremamente resiliente e quasi certamente tornerà sul mercato per acquistare nuove società che generanno un effetto “EPS accretive” (ovvero verranno acquisite a prezzi più bassi rispetto all’incremento degli utili che apporteranno), anche in virtù di una Posizione di Cassa Netta molto forte, (i.e. la Cassa eccede le Passività finanziarie di €100mln), in aggiunta ad una Free Cash Flow conversion (rapporto tra FCF ed Ebitda) molto elevata e generalmente superiore al 50% (cosa che permette a Reply di portare a casa ca. €200mln di FCF l’anno.
Oggi Reply si “gira” a un multiplo di valutazione in linea col settore (NTM EV/EBITDA di 13x vs media di settore di 13.4x) grazie alla crescita degli ultimi 3 mesi. Ma con l’attesa di raggiungere €3mld di ricavi entro il 2026 e assumendo un recupero di marginalità in linea con lo storico (ca. 18%), è ragionevole ritenere che il titolo abbia davvero margini per una crescita del 20% annua di qui ai prossimi 2 anni.
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